TMLand : Ambiente
da La Gazzetta del Mezzogiorno
Recupero energetico dei rifiuti, la Regione verso tecnologie a freddo
Modello di gassificazione scandinava, alternativa ai termovalorizzatori.
di Giuseppe Armenise

L'assessore all’Ecologia, Michele Losappio
Bruciare i rifiuti? No, meglio gassificarli. Ecco la possibile soluzione a quella che sarebbe potuta essere la pietra d’inciampo in vista del traguardo del completamento del ciclo di gestione dei rifiuti pugliesi.
La regione Puglia, su proposta dell’assessore all’Ecologia, Michele Losappio, cambia in corsa e per scongiurare il ricorso alle discariche (dal 1 gennaio 2009 «sarebbe» vietato portare rifiuti in impianti improduttivi come le discariche) apre la via a «tecnologie alternative e innovative rispetto a quelle previste dalla pianificazione regionale». La decisione, contenuta in una delibera di giunta appena esaminata dalla V commissione consiliare, non dice in maniera esplicita a quali tecnologie si faccia riferimento. Si fissano però le condizioni di ammissibilità: «tecnologia consolidata; capacità di realizzare, a costi contenuti, il recupero effettivo della frazione secca; prestazioni ambientali migliori rispetto a quelle garantite dagli impianti a tecnologia tradizionale in termini di livello di emissioni in atmosfera, impatto paesaggistico e bilancio ambientale e energetico complessivo».
La questione di un’alternativa possibile agli impianti tradizionali (termovalorizzatori e impianti per la produzione o il trattamento di combustibile da rifiuto, cdr) è stata posta dai comuni dell’Ato Ba/2 (capofila il capoluogo di regione, Bari) che proprio a settembre hanno operato il sorpasso nella speciale classifica della raccolta differenziata in Puglia, issandosi al primo posto della regione con una quota del 23,6% di rifiuti separati a domicilio rispetto al totale di quelli prodotti (la media Puglia è salita al 14,64%).
Nelle scorse settimane, lo staff operativo dell’Ato Ba/2 è stato in Scandinavia per visionare un impianto di gassificazione, ovvero di dissociazione (trasformazione della materia organica in gas da riutilizzare per luce o riscaldamento) dei rifiuti e non più di combustione. Un impianto di gassificazione opera in presenza di basso contenuto d’ossigeno (la presenza di ossigeno, si sa, favorisce invece la combustione) e ha un alto livello di autonomia e di rendimento. Mentre negli impianti che bruciano rifiuti è necessario, infatti, immettere (consumare) energia per innescare la fiamma, nella dissociazione si riutilizza lo stesso gas frutto del processo di trasformazione dei rifiuti. Quanto al rendimento, cioè alla percentuale di energia prodotta rispetto a quella consumata, un gassificatore (non ha nulla a che vedere con il rigassificatore) arriva fino al 70% rispetto ad un termovalorizzatore che invece non supera il 30%. E poi, le basse temperature del processo abbattono il rischio di emissioni (cento volte in meno quanto alle polveri sottili, diossine sotto il livello di misurabilità quindi basse al punto da non risultare rilevabili).
27/10/2008

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