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A rischio la regione Puglia
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Da uno studio preliminare del ricercatore del CNR IBIMET di Firenze, Francesco Meneguzzo, che ha considerato le caratteristiche necessarie per insediare una centrale termonucleare (zona antisismica, pianeggiante, bagnata dal mare, ecc...), risulta come probabile sito, ideale per ospitare una centrale nucleare, la periferia di Mola di Bari distante pochi chilometri da Triggiano.
Lo stesso ricercatore, pur ammettendo di non aver considerato tutti i criteri necessari, scommette di non essere andato troppo lontano nella sua valutazione
La lista viene confermata, diffusa e ampliata in questi giorni dai Verdi, i quali affermano che essa sia il frutto di in un accordo stipulato nel novembre scorso tra Enel e la sua omologa francese Edf.
I presunti siti potenziali per l'installazione dei reattori ci sono:
Monfalcone (Friuli Venezia Giulia), Chioggia (Venezia), Caorso (Emilia Romagna), Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche), Montalto di Castro e Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari (Puglia) o un sito tra Nardò e Manduria, Scanzano Ionico (Basilicata), Oristano (Sardegna), Palma (Sicilia)".
Un portavoce di Enel non ha voluto commentare la notizia.
Ritornando alle dichiarazioni del ricercatore del CNR, egli pone l'attenzione sul fatto che - l'uranio 235 estratto oggi non è sufficiente a coprire il fabbisogno delle centrali esistenti, e non si vede come ne possa essere estratto di più in futuro".
Il nucleare, aggiunge il ricercatore, è "un modello energetico fallimentare, soprattutto ora che le fonti rinnovabili sono enormemente più efficienti di un tempo, e che appunto di uranio 235 ce n'è sempre meno".
Inoltre, aggiunge, "la polarizzazione sull'energia da fusione nucleare dell'uranio 235
ha contribuito a marginalizzare alcuni campi di ricerca sulle nuove energie che hanno potenzialità straordinarie". Insomma, a giudizio del ricercatore il nucleare oggi è "una straordinaria trovata per far girare tanti ma tanti soldi". -
Soldi, che andranno a finire nelle casse delle società costruttrici di reattori nucleari che negli ultimi tempi, rischiano di fallire per una inversione di tendenza sul nucleare da parte dei stati che ne sono sprovvisti.
Con la scusa che occorre più energia, l'attuale governo fa di tutto per delegittimare la scelta del popolo italiano che attraverso il referendum del 8-9 novembre 1987, ha rinunciato all'utilizzo di tali fonti così pericolose per orientarsi su quelle alternative di cui la regione Puglia ne vanta il primato, producendo più del suo fabbisogno.
A tale scopo, Greenpeace propone la sottoscrizione di un appello contro il nucleare in occasione delle prossime elezioni regionali, evidenziando come con la legge 99/2009 il Governo sta provando a imporre la localizzazione delle centrali, schiacciando le competenze delle Regioni. Per questo, ben 13 Regioni hanno fatto ricorso alla Corte Costituzionale.
FIRMA L'APPELLO CONTRO IL NUCLEARE:
http://www.greenpeace.it/nuclearlifestyle/homepage.html
Per maggiori approfondimenti, si consiglia di visionare il servizio di Report del marzo 2009 intitolato "L'Inganno" (e il titolo è tutto dire!) che evidenzia con drammaticità da far rabbrividire come il nucleare è antieconomico e soprattutto dannoso per l'ambiente e la salute umana:
VISIONA IL VIDEO DI REPORT
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