da Staff TMLand:
Intervista al Presidente del Comitato Festa Patronale Maria SS. della Croce
Tanti argomenti e molti spunti di riflessione, nella intervista del 08/09/2005 che in realtà si è trasformata in un fiume di informazioni. di Ninni Castrovilli
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Il Presidente alla Gara podistica il giorno 11 settembre 2005
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Siamo in compagnia del presidente del Comitato Feste Patronali "Maria SS. Della Croce", l'avvocato Vito Perrelli. Come TMLand, a lui rivolgiamo alcune domande sull'organizzazione per i festeggiamenti per l'edizione 2005:
La devozione di Maria SS. Della Croce a Triggiano è stata segnata negli anni da momenti di tradizione popolari e gesti di profonda devozione che culminano nella consegna delle chiavi della città da parte del primo cittadino, seguendo un cerimoniale tramandato nei decenni. In quale maniera il Comitato vuole festeggiare quest'anno la Nostra Patrona, creando una miscela di innovazione e recupero delle tradizioni?
Credo che nella domanda è insita la complessità del compito affidato al Comitato Festa Patronale. Abbiamo cercato, sulla scorta delle impressioni raccolte negli anni precedenti, di capire il motivo principale per il quale a questa manifestazione del settembre triggianese, manifestazione dedicata alla festa della Madonna della Croce, protettrice di Triggiano, fosse venuta meno una parte rilevante e importante della comunità, e mi riferisco soprattutto ai giovani. Quindi la spina dorsale che ha costituito il percorso che questo Comitato ha cercato di sviluppare tramite il programma proposto, è il coinvolgimento di tutte o gran parte delle componenti facenti parte della comunità triggianese. Non dobbiamo dimenticare che la festa patronale ha una sua centralità logistica nel centro di Triggiano, ancorché il centro di Triggiano, mentre nel passato ha costituito il centro propulsore della vita, non soltanto quella economica ma quella culturale e sociale dei triggianesi, con l'allargamento delle periferie e conseguente dimora di persone forestiere, che proveniendo da altre realtà, talvolta non nazionali ma trans-nazionali, portano insieme abitudini, costumi, con non poche difficoltà di integrazione nella nostra comunità, ha perso questa connotazione baricentrica. E quindi attorno al rito della festa patronale, ovvero della Patrona, abbiamo cercato di realizzare una forma di aggregazione e integrazione per la comunità triggianese. Ovviamente nella prospettiva esclusiva del culto e della devozione alla Madonna, dando un profondo significato di Evangelizzazione, in considerazione che è l'impegno e l'indicazione che il nostro arciprete Don Tonino Posa ha dato all'intero Comitato. Il programma credo, dal mio punto di vista, abbia colto in pieno questa indicazione.
Il Programma presentato prevede momenti aggregazione profonda abbracciando diversità di cultura e disabilità fisiche, il ritorno alle origini, come l'emigrazione, fattori tutti che permeano la nostra vita. L'orientamento del Comitato vuole dare un nuovo significato alla parola "Triggiano, come punto d'incontro di diverse strade" e quindi risalire le motivazioni della devozione alla Madonna della Croce?
Bellissima la domanda, che coglie un'altra ratio (razio ndr) della festa e dei festeggiamenti. Il tema della disabilità, il tema della emigrazione, la coesistenza di diverse realtà suscitano interesse nel Comitato. L'incrocio di tutte queste problematiche è possibile sintetizzarlo in una sola parola, che sotto la luce della festa patronale, è un tentativo di coniugare diverse realtà. Non si può dimenticare la nostra origine, quindi il tema della emigrazione è un tema assolutamente caro, e diventa un dovere morale per la comunità che noi rappresentiamo, essere attenti al problema della immigrazione, quasi una trasposizione e cambio di ruoli (ieri emigravamo, oggi riceviamo, accogliamo), perché torniamo alle nostre origini, e la nostra terra di Puglia vanta a livello nazionale la capacità di accogliere tanti altri popoli. E della diversità dobbiamo fare tesoro, partendo dalle cose che ci accomunano come la religione monoteistica, la devozione alla madonna, l'amore per i frutti della terra e il lavoro dell'uomo. E proprio della diversità, nei diversamente abili in special modo, è nostro volere, il bisogno di integrarli come persone alla pari. In una festa di popolo, una festa di comunità come è quella patronale, non può e non deve, mancare nessuno. Altro impegno è lo sforzo organizzativo di ben cinque mostre tematiche imperniate sempre sulle tradizioni, il prodotto del lavoro dei campi in una cultura contadina che comunque ci contraddistingue, come la Mostra del Pane, con opere d'arte realizzate dai panificatori triggianesi curate dalla Associazione Panificatori.
I festeggiamenti abbracciano un periodo di ben 14 giorni e spaziano da attività ludiche e ricreative, a momenti di riflessione profonda su temi attuali. E' una sorta di rivalutazione del SETTEMBRE TRIGGIANESE, mese che segna la fine dell'estate e la ripresa delle normali attività?
Il momento del settembre triggianese si colloca solo nel contesto della festa. La casualità con il mese di settembre non implica nessun periodo dedito ad attività particolari. Dovrebbe esserci un mese dedicato ad ogni esperienza umana, in modo che tutti possano trovare il modo per esprimersi, ribadendo la presenza in una comunità e diversità nell'unità. La festa si pone come collante, e vuole, attorno alla figura della patrona e sotto l'aspetto devozionale, di patrona-madre di una comunità, porre l'attenzione a tutte le componenti, dando magari risalto alle fasce più deboli, come una Vera Madre. Unico intento, e obiettivo principale è dare a tutti la possibilità di sentirsi parte della festa. Nessuno escluso! Sviluppare un programma di 14 giorni pieno zeppo di eventi, pone in essere diversi atteggiamenti. La critica, comunque essa sia, permette di esprimere il proprio punto di vista, di dare un contributo e di sviluppare un contraddittorio e un dibattito che può solo ed esclusivamente far bene per la crescita di tutti. Bisogna superare la mancanza di contenuti che i nostri giovani ricercano altrove, il cosiddetto "interessante", che sposta la gente a migrare per comuni limitrofi. Un piccolo passo vuole essere il contributo del Comitato in questa assenza direi epocale di avvenimenti. Il passaggio da spettatore ad attore e organizzatore, nel mio caso, aiuta a riflettere su queste mancanze. Migliorare le energie e colpire al cuore del problema. E' un continuo confronto e sviluppo. Certo è che, se nessuno prende a cuore il problema e si carica di questa "responsabilità", come onere ed onore, sarà difficile tra una decina d'anni ritrovare le nostre origini, perpetrate negli anni. L'unico momento differenziante sulle origini è proprio quello che ci unisce, ci unisce quello che ci accomuna e ci rende simili. La festa per noi cristiani, come suggerisce Don Tonino, è il momento di aggregazione attorno a Dio, per sentirsi tutti fratelli. In altre parti del mondo, intere comunità di emigrati si riuniscono per ricordare e tornare alle origini, sentirsi nuovamente unici e uniti.
Cosa ha spinto il Comitato a scelte "innovative e coraggiose", come le rappresentazioni in costume d'epoca in punti caratteristici del paese, la mancanza della Cassa Armonica in Piazza La Croce e l'orario anticipato della gara pirotecnica?
In una frase tento di riassumere il concetto: "Attualizzare la tradizione". Per la gara Pirotecnica, girando nel paese, ho raccolto grida di dolore relativamente alla impossibilità di fruire dell'evento perché posto da sempre a conclusione delle feste. Abbiamo valutato la possibilità di recuperare anche queste persone e di inserire i fuochi non come "finale col botto", ma evento tra gli eventi, anticipandolo solo di qualche ora, collocandolo in maniera tale da dare a tutti la possibilità di continuare a godere della festa nelle sue molteplici attrattive. Dopo i fuochi, tutto continua, luci, giostre e musica. Anche il luogo dei fuochi spinge le persone lontano dalla piazza, il cuore della festa, e in questo contesto, abbiamo deciso di collocare il Luna-Park presso lo spiazzo in Viale Aldo Moro, già utilizzata per la Fiera dalla Pubblica Amministrazione. Coinvolgimento anche delle periferie, dove la festa non è del rione o della Chiesa Madre, ma è di tutta la comunità, con luminarie distribuite anche lontano dalla Piazza che sarà addobbata quest'anno in maniera oggettivamente imponente. Il prospetto delle luminarie sarà posizionato sul lato delle Madonnelle e non più verso la Chiesa della Madonna della Croce. Il quesito posto per la mancanza della struttura della cassa armonica, ha ragioni di carattere tecnico ed estetico allo stesso tempo, pensando in un primo tempo di collocarla nello slargo all'inizio di Via Cesare Battisti, ma poi per ragioni di sicurezza pubblica è stata subito abbandonata, dando luogo ad una scelta di tipo funzionale dove vede un semplice palco posizionato al di sotto delle Madonnelle, struttura che verrà utilizzata per tutti i momenti musicali. Altre collocazioni avrebbero snaturato la maestosità dell'intera struttura, coprendo i decori e i giochi di luce. Un passo avanti è stato fatto rispetto al corteo storico degli anni precedenti, nella logica della traslazione, dovuta all'allargamento della cittadina, e quindi ad una Madonna itinerante, - "che unisce i vari rioni" -, segue la traslazione con l'individuazione di quattro incroci o crocicchi, dove verranno raffigurati degli eventi artistici con significati diversi ma con un filo conduttore unico, ossia dell'incrocio o incontro di più strade, rivalutando nella complessità anche le vere origini della devozione alla Madonna della Croce a Triggiano. Quest'ultimo insieme di eventi avrà una particolare rilevanza con la pubblicazione di un pieghevole che verrà distribuito in tutte le case, per rendere possibile la fruizione ai cittadini e permettere di conoscere il contesto e l'intero percorso della traslazione e del corteo storico. Particolare cura sarà legata alla illuminazione pubblica che sarà spenta al passaggio della Madonna, "Luce che guida". Tra gli eventi che popoleranno i giorni di festa cui è giusto evidenziare, sia per l'importanza a livello nazionale, sia per la valenza sociale, è l'evento dell'11 settembre, ovvero la gara podistica che non riguarda solo i giovani, ma riguarda la famiglia intera, i bambini, tutti, con le loro capacità e diversità fisiche. Tutto questo, peraltro, inserito in un contesto più ampio, di eventi sportivi organizzati da Associazioni di diversamente abili, sempre in Piazza V. Veneto, dove l'aggregazione, l'unione, sono i motivi portanti della intera manifestazione.
Siamo al via per i festeggiamenti e tutta la macchina organizzativa è in moto. Quale vuole essere l'augurio del Presidente del Comitato alla popolazione?
Ci siamo sforzati di realizzare un programma il più vario possibile, sperando di cogliere le esigenze dei triggianesi. L'invito che a nome del Comitato e di Don Tonino, e di tutte le persone che hanno dedicato e dedicano tempo, conoscenze, competenze, è quello di dire: "Partecipate". Abbiamo cercato di non dare l'alibi a nessuno di seguire almeno un evento. L'invito e l'augurio è quello di partecipare alla festa, di sentirla propria e non di esserci per una sterile e ripetitiva tradizione. "Partecipare, partecipare, partecipare".
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11/09/2005 |
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