Dignità e Giustizia Sociale - L’esempio del Burkina Faso
mercoledì 10 dicembre 2014 - ore 19,00 - Sala Mostre Comune di Triggiano
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Le recenti vicende rivoluzionarie in Burkina Faso e la riattivazione del Comitato "Giustizia per Sankara, giustizia per l'Africa", ha spinto l'associazione Teriamik ad organizzare due importanti incontri per riproporre il ruolo della figura di Sankara, sconosciuta ai più. La sua vicenda umana (*) ci invita ad una forte vicinanza alle sorti della libertà e della democrazia dei popoli africani, ma anche ad una riflessione sulla nostra attualità sociale. Il primo incontro, organizzato con l’Associazione L’ALTRA VIA (vedi locandina allegata), si terrà mercoledì 10 dicembre p.v., alle ore 19, presso la Sala Mostre del Comune di Triggiano. Durante l’incontro, moderato da Don Corrado Germinario, docente di morale sociale presso la Facoltà Teologica Pugliese, sarà proiettato il documentario “Hanno Ucciso la felicità” sulla esperienza umana e politica di Thomas Sankara. Il secondo incontro, riservato alle quarte classi del Liceo Cartesio, avrà luogo lunedì 15 dicembre, alle ore 9, presso il Liceo Cartesio di Triggiano e vedrà, oltre la proiezione di un’ampia sintesi del documentario “Hanno Ucciso la felicità”, anche la partecipazione e la testimonianza del sacerdote burkinabè don Roger Seogo.
Anna Mariani – Presidente TERIAMIK ONLUS
(*) -----------------Scheda sintetica su Thomas Sankara ---------------------------- Il 4 agosto 1983 Thomas Sankara sale al potere in Alto Volta, da lui rinominato Burkina Faso, "Paese degli uomini integri". Sankara viene assassinato il 15 ottobre 1987. Il suo corpo viene preso e sepolto senza cerimonie al cimitero Dangoen. Nei suoi quattro anni di governo imposta 10 misure che, pur rimaste incompiute, trasformeranno radicalmente la società burkinabé: 1. Riduzione del tenore di vita dei rappresentanti del popolo. Dalla Mercedes si passa alla Renault 5, dalla business class alla classe turistica. Fuori i politici corrotti, spazio ai giovani, alle donne, ai lavoratori dediti alle idee rivoluzionarie. 2. Abolizione dei privilegi, dei diritti feudali. E' Sankara, non i francesi, a portare la rivoluzione del 1789 in Burkina: è lui che rimuove i "diritti feudali", le esenzioni fiscali e i prelievi obbligatori sui raccolti, le corvée. 3. Campagna di alfabetizzazione, sviluppo dell'istruzione pubblica. A ogni villaggio la sua scuola, sarà la parola d'ordine. In quattro anni saranno costruite centinaia di scuole. Tra il 1983 e il 1987, le iscrizioni scolastiche crescono dal 16 al 24%, il tasso di analfabetismo tra gli uomini si riduce dal 95 all'80%. 4. Sviluppo di un sistema sanitario pubblico, con ampie campagne di vaccinazione. In ogni villaggio un ambulatorio, diceva Sankara. Due milioni e mezzo di Burkinabe sono vaccinati in tre anni, L'Oms loda la politica sanitaria di Sankara che sradica la poliomielite, il morbillo, la meningite. Cade il tasso di mortalità infantile. Sankara impone la completa gratuità delle cure ospedaliere, i prezzi dei farmaci sono regolamentati, viene introdotta la medicina del lavoro. 5. Nazionalizzazione della terra, del sottosuolo, realizzazione di una riforma agraria. Oltre alla soppressione dei diritti feudali, Sankara ridistribuisce le terre - diventate di proprietà della nazione - ai contadini poveri e garantisce prezzi di sussistenza agli agricoltori. 6. Politica di indipendenza economica, autosufficienza. Incoraggiando la produzione agricola locale, redistribuzione della terra, il Burkina da paese importatore di prodotti agricoli di base diventa paese autosufficiente nel 1987. Nella produzione artigianale, si introduce il "Faso Fani": il cotone prodotto dalla famosa fabbrica di governo del Burkina Faso e le produzioni indigene vengono incoraggiate a scapito delle importazioni. La politica di stimolo dell'economia locale è accompagnata da una "economia popolare", volta a ridurre la fame: due pasti al giorno e 10 litri di acqua potabile diventano le priorità. 7. Una politica abitativa pubblica che soddisfa le esigenze dei più poveri. A Ouagadougou nel 1983, il 60% delle abitazioni sono case spontanee senza acqua o elettricità, senza raccolta rifiuti o smaltimento delle acque reflue. Sankara richiede la distruzione delle baraccopoli. Vengono costruite più abitazioni in tre anni che dall'indipendenza. Divide gli affitti per 3, imponendo massimali: un monolocale con acqua ed elettricità costa al massimo10 €, senza servizi 4 €. 8. Lotta contro la deforestazione, la desertificazione attraverso una politica attiva. L'agricoltura e l'allevamento di sussistenza è sconvolto dalla desertificazione che ha raggiunto proporzioni colossali: 250.000 ettari di foreste vengono perse ogni anno. Il governo Sankara chiede a ogni famiglia di piantare 100 alberi in 5 anni. In soli 2 anni, vengono piantati 10 milioni di alberi. Il Burkina Faso è un modello continentale di lotta contro la piaga della desertificazione. 9. Rendere la cultura popolare, in città e in campagna. Nel 1983 sono introdotte nelle città le settimane nazionali della cultura. Sale per gli spettacoli sono in costruzione in tutto il paese, vengono fondati gruppi artistici. La televisione lascia molto spazio alla cultura. 10. Avanzare nella causa dell'emancipazione femminile, uguaglianza tra i sessi. E' stata la più grande battaglia di Thomas Sankara: "Una rivoluzione sociale è reale, quando la donna è emancipata" amava ripetere.
Thomas Sankara lascia molto spazio alle donne nel suo partito, nella sua amministrazione, nelle organizzazioni di base della rivoluzione. Cerca di liberare le donne dal sistema del "doppio sfruttamento", dal cappio della società patriarcale. Purtroppo, il nuovo codice della famiglia che voleva abolire la poligamia, la circoncisione femminile trova la forte opposizione anche tra alcune donne. Non solo per alienazione, ma anche per motivi economici: la poligamia assicura, per le donne e le famiglie povere, una certa sicurezza economica, una divisione-collaborazione del lavoro che le allevia. Thomas Sankara, lotta anche per la liberazione dell'Africa dall'imperialismo, dal neo-colonialismo, per il socialismo africano. Sankara diventa l'erede di Patrice Lumumba, assassinato con la complicità dell'Occidente nel 1960.
L'antimperialismo di Sankara condanna il debito che asservisce i popoli africani, li obbliga a una condizione di dipendenza verso l'ex potenza coloniale. Denuncia alle Nazioni Unite che il debito degli stati africani, dei falsi Stati indipendenti, condanna alla miseria. Senza entrare nel blocco orientale, si avvicina ai paesi comunisti. E' amico di Fidel Castro ed è un ammiratore della rivoluzione cubana. Cerca l'appoggio dell'Urss nel 1986, che offre un aiuto economico sostanziale.
Il suo antimperialismo, il suo panafricanismo, il suo filo-comunismo, irrita. Irrita la vecchia potenza coloniale francese e i suoi alleati nella regione, innanzitutto la Costa d'Avorio di Félix Houphouët-Boigny, il Togo e il Mali.
Sono solo quattro anni che hanno profondamente segnato la vita dei popoli africani. La famiglia di Thomas Sankara chiede giustizia. Il Comitato "Giustizia per Sankara, giustizia per l'Africa", sollecita un'inchiesta indipendente sul suo omicidio, indicando le responsabilità della Costa d'Avorio, degli Stati Uniti e della Francia. La vicenda di Sankara non è stata mai dimenticata dal suo popolo. Oggi, la rivoluzione di fine ottobre ha scacciato dal paese Blaise Compaoré, migliore amico di Sankara che ha avuto parte nella sua morte, e ripropone a noi il ruolo della figura di Sankara.
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09/12/2014 |
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